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La regina Giovanna I ed i certosini di Napoli

La regina Giovanna I

Il personaggio di cui voglio oggi parlarvi, è la regina Giovanna I d’Angiò, la quale ebbe un rapporto particolare con l’Ordine certosino, come di seguito vi spiegherò.

Giovanna, rimasta l’unica discendente diretta di suo nonno Roberto d’Angiò, con un atto anticonvenzionale, venne da lui nominata sua erede legittima a fronte di numerosi altri aspiranti parenti maschili. Per far fronte alle pretese sul trono del Regno di Napoli vantate dal ramo ungherese degli angioini, Giovanna venne fatta sposare giovanissima al lontano cugino Andrea d’Ungheria, riunificando la dinastia. Alla morte del nonno, nel 1343, Giovanna divenne di fatto una delle prime regine sovrane d’Europa. Fu regina regnante di Napoli, monarca titolare di Sicilia e di Gerusalemme nonchè contessa di Provenza e di Forcalquier dal 1343 al 1381, anno della sua deposizione.

Essendo nata nel 1326, Giovanna dunque a soli diciassette anni divenne regina!

I rapporti con i certosini

Come sappiamo la fondazione della certosa di San Martino a Napoli fu voluta nel 1325 da Carlo d’Angiò, duca di Calabria e primogenito di Roberto d’Angiò il saggio, alla prematura morte di Carlo, avvenuta improvvisamente l’11 novembre 1328, la figlia Giovanna successivamente, come già scritto, ereditò il trono di Napoli.

La certosa fu finalmente inaugurata il 26 febbraio del 1368, sotto il regno della regina Giovanna I, anche se i certosini vi si erano già insediati dal 1337. Essa, come vedremo, fu molto generosa con la comunità monastica certosina napoletana offrendo loro molti privilegi.

Nella certosa napoletana, vi sono diverse raffigurazioni della regina angioina, nel pronao della chiesa, in uno dei riquadri, in alto a destra del portale, Belisario Corenzio nel 1632 raffigura in un’affresco La regina Giovanna I che offre la custodia della chiesa a san Bruno. Altro affresco in cui appare la regina Giovanna è situato in una stanza del Quarto del Priore dove è raffigurata, in una grande tela, insieme a suo padre Carlo d’Angiò con il modello della certosa da porre sulla collina del Vomero sovrastata dal vescovo San Martino nell’atto di benedire il luogo.

Va anche ricordato che su un terreno di proprietà della regina, nel 1373, venne edificata la certosa di San Giacomo a Capri, laddove vi è un’altra raffigurazione pittorica volta a omaggiare Giovanna I.

Vi sono alcuni episodi storici, che si verificarono in quegli anni, che testimoniano l’intenso rapporto di stima e fiducia tra la regina di Napoli ed i certosini,

Nel 1345 dopo l’uccisione del marito Andrea d’Ungheria, a seguito di una congiura, Giovanna dovette subire un processo per omicidio durante il quale i certosini di San Martino la sostennero e difesero strenuamente, ma dal quale venne assolta.

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I rapporti della regina con i certosini furono eccellenti, essa ebbe sempre molta stima per i monaci verso i quali fu molto munifica. Nel 1348, Giovanna I con “Regal Diploma” del 15 luglio, esentò la comunità certosina di San Martino da ogni dazio, dogana, gabella, collette e decime e stabilì che, in caso di controversie, salva la legge, si sarebbe dovuto decidere sempre a favore della certosa.

La chiesa napoletana di Santa Maria Spina Corona, oggi detta l’Incoronata, fu fondata nel corso degli anni sessanta del trecento dalla regina Giovanna I d’Angiò, nell’attuale via Medina, un tempo detta Largo delle Corregge, cioè delle giostre, per essere luogo in cui si svolgevano tornei. Consacrata nel 1373, essa è ciò che resta di un più ampio complesso ospedaliero, dismesso già nel corso del Cinquecento, rispetto al quale la chiesa ha continuato ad avere vita autonoma. La chiesa insieme all’ospedale fu affidata ai certosini, l’8 ottobre del 1372, Giovanna scrisse al priore di San Martino, Giovanni Grillo da Salerno, per affidare ai certosini la gestione dell’ospedale. I monaci accettarono, ma nominarono dei sacerdoti secolari alla gestione della chiesa-ospedale, affinché non fossero disturbati nella loro clausura.

La titolazione di questa chiesa a Santa Maria Spina Corona, testimonia l’esistenza della famosa reliquia che essa conteneva, ovvero una spina della corona di Gesù Cristo dagli attributi miracolosi. Questa eccezionale reliquia fu poi donata ai certosini di San Martino che ebbero cura di conservarla tra le molte altre che avevano nella cappella delle reliquie, oggi cappella del Tesoro.

In seguito, l’8 aprile 1378 Papa Urbano VI si insediò a Roma, mentre poco dopo, un gruppo di tredici cardinali francesi, non riconoscendolo come legittimo pontefice, si riunirono a Fondi. La regina Giovanna I di Napoli, loro sostenitrice, decise di inviare a Fondi, presso i cardinali scismatici, il priore Giovanni Grillo della certosa di S. Martino di Napoli, il quale dopo averli incontrati, fu da loro inviato da Urbano VI per convincerlo di rinunciare al Pontificato, ma ciò non avvenne. Il 20 settembre del 1378, a Fondi, i cardinali elessero come antipapa Clemente VII, il quale stabilì la propria sede ad Avignone, dando così inizio al Grande Scisma d’Occidente che sarebbe durato quaranta anni.

La figura di questa ragazza, sposa a soli 7 anni ed incoronata a soli diciassette anni regina di un’importante regno, nel corso dei secoli è stata vista in maniera controversa e considerata vittima o carnefice nelle tormentate lotte di potere del suo tempo. Giovanna, ebbe 4 mariti e innumerevoli amanti e di lei si dice che fosse bellissima, fu suo malgrado al centro di vari intrighi. Trascorsi 40 anni di regno, dopo un lungo assedio fu catturata dal figlioccio Carlo di Durazzo e imprigionata a Muro di Lucania morendo decapitata o strangolata nel 1384. Quando giunse questa tragica notizia, immenso fu il rammarico dei certosini, che vollero ricordare con speciali preghiere la sovrana loro protettrice.

Voglio ricordare questa discussa regina, come la definì Boccacciogloria non solo delle donne ma anche dei re

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