Luisa Cardinale
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Bambini che muoiono senza battesimo (Da Il grande mezzo di salvezza e di perfezione di Sant'Alfonso Maria de Liguori) Ci sono molte speculazioni sui neonati e sui bambini piccoli che muoiono senza …More
Bambini che muoiono senza battesimo

(Da Il grande mezzo di salvezza e di perfezione di Sant'Alfonso Maria de Liguori)

Ci sono molte speculazioni sui neonati e sui bambini piccoli che muoiono senza essere battezzati: cosa succede loro? Questa domanda è ancora più toccante se consideriamo i milioni, se non decine di milioni, di aborti che avvengono ogni anno in tutto il mondo. Il grande Dottore della Chiesa Sant'Alfonso Maria de Liguori spiega questa sconcertante questione nel suo libro Il grande mezzo di salvezza e di perfezione. Sebbene queste anime non saranno ovviamente inviate all'inferno dei dannati, tuttavia sembra certo che saranno private del bene incalcolabile di vedere la Visione Beatifica in cielo.

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Qui non ci resta che rispondere all'oggetto che si trae dalla perdita dei bambini quando muoiono prima del battesimo e prima che arrivino all'uso della ragione. Se Dio vuole che tutti siano salvati, si obietta, come mai questi bambini muoiono senza alcuna colpa da parte loro, dal momento che Dio non dà loro alcun aiuto per raggiungere la salvezza eterna? Ci sono due risposte a questa obiezione, la seconda più corretta della prima. Li esporrò brevemente.

In primo luogo si risponde che Dio, per volontà antecedente, vuole che tutti siano salvati, e quindi ha concesso mezzi universali per la salvezza di tutti; ma questi mezzi a volte falliscono, o perché alcuni non vogliono avvalersene, o perché altri non sanno farne uso, per cause secondarie (come la morte dei figli), il cui corso Dio non è tenuto a cambiare, dopo aver disposto il tutto secondo il giusto giudizio della sua generale Provvidenza; tutto questo è raccolto da quanto dice S. Tommaso. Gesù Cristo offrì i suoi meriti per tutti gli uomini e istituì per tutti il battesimo; ma l'applicazione di questo mezzo di salvezza, per quanto riguarda i bambini che muoiono prima dell'uso della ragione, non è impedita dalla volontà diretta di Dio, ma da una volontà meramente permissiva; perché essendo Egli il provveditore generale di tutte le cose, non è tenuto a disturbare l'ordine generale, a provvedere all'ordine particolare.

La seconda risposta è che perire non è la stessa cosa che non essere beati: poiché la felicità eterna è un dono del tutto gratuito; e quindi la sua mancanza non è una punizione. È quindi giustissima l'opinione di San Tommaso, secondo cui i bambini che muoiono durante l'infanzia non hanno né il dolore dei sensi né il dolore della perdita; non il dolore dei sensi, dice, «perché il dolore dei sensi corrisponde alla conversione alle creature; e nel peccato originale non c'è conversione alle creature» (poiché la colpa non è nostra), «e quindi il dolore dei sensi non è dovuto al peccato originale;» perché il peccato originale non implica un atto. 1 A ciò si oppongono gli oppositori dell'insegnamento di sant'Agostino, il quale in alcuni passi mostra che la sua opinione era che i bambini sono condannati anche alla pena dei sensi. Ma in altro luogo dichiara di essere rimasto molto confuso su questo punto. Queste le sue parole: “Quando giungo al castigo degli infanti, mi trovo (credetemi) in grandi difficoltà; né riesco a trovare nulla da dire. 2 E in altro luogo scrive che si può dire che tali bambini non ricevono né ricompensa né punizione: «Né dobbiamo temere che sia impossibile che ci sia una frase media tra ricompensa e punizione; poiché la loro vita era a metà tra il peccato e le opere buone”. 3 Lo afferma direttamente san Gregorio Nazianzeno: «I figli non saranno condannati dal giusto giudice né alla gloria del cielo né al castigo».4 San Gregorio di Nissa era della stessa opinione: «La morte prematura dei bambini dimostra che coloro che hanno così cessato di vivere non saranno nel dolore e nell'infelicità».5

E per quanto riguarda il dolore della perdita, sebbene questi figli siano esclusi dalla gloria, tuttavia san Tommaso, 6 che aveva riflettuto più profondamente su questo punto, insegna che nessuno sente dolore per la mancanza di quel bene di cui è non capace; sicchè come nessun uomo si addolora di non poter volare, e nessun privato cittadino si rammarica di non essere imperatore, così questi fanciulli non provano dolore nell'essere privati della gloria di cui non furono mai capaci; poiché non potrebbero mai pretenderlo né per i principi della natura, né per i propri meriti. San Tommaso aggiunge, in altro luogo, 7 un motivo ulteriore, e cioè che la conoscenza soprannaturale della gloria si ottiene solo per mezzo della fede attuale, la quale trascende ogni conoscenza naturale; sicché i figli non potranno mai provare dolore per la privazione di quella gloria, di cui non hanno mai avuto una conoscenza soprannaturale. Dice inoltre, nel passaggio precedente, che tali bambini non solo non si addoloreranno per la perdita della felicità eterna, ma, inoltre, proveranno piacere nei loro doni naturali; e addirittura godranno in qualche modo di Dio, per quanto è implicito nella conoscenza naturale e nell'amore naturale: «Piuttosto si rallegreranno di questo, di partecipare molto alla bontà divina e alle perfezioni naturali».8 E subito aggiunge che, sebbene saranno separati da Dio quanto all'unione della gloria, tuttavia «saranno uniti a Lui mediante la partecipazione dei doni naturali; e così potrà anche rallegrarsi in Lui con una conoscenza e un amore naturali”.

Note
1 De Mal. q.5, a. 2.
2 Episto. 166, EB
3 DeLib. Arbitrale 1.3, c. 23
4Serm . in S.Lav.
5 De Infant, ecc.
6 In 2 Sent. D. 33, q. 2, a. 27
De Mal. Q. 5, a. 3
8 In 2 Inviato. D. 33, q. 2, a. 2

Congregazione Maria Regina Immacolata
Mario Sedevacantista Colucci shares this
1
Luisa Cardinale shares this
570
Valeva
Sarebbe bello per i genitori di bambini non nati, ad esempio per una gravidanza extrauterina, poter in qualche modo condividere in parte la vita ultraterrena (naturalmente i Paradiso...).